Solidarietà a don Patriciello: a Caivano lo Stato deve metterci la faccia

Poteva scapparci il morto giovedì sera al parco Verde di Caivano. Oltre 26 bossoli esplosi con diverse armi, forse anche mitragliette.
Una fiammata di violenza criminale e forse un inizio di guerra di qualche gruppo emergente che vuole gestire una delle piazze di spaccio più importanti d’Europa perché i 51 arresti di qualche settimana fa hanno lasciato uno spazio da occupare.
Dicono che la camorra di Caivano vuole riprendersi il territorio dal gruppo degli scissionisti di Secondigliano.
Occorre perciò accendere i riflettori su Caivano, perché nonostante gli sforzi dello Stato di ripristinare la legalità, la camorra giovedì sera ha voluto lanciare un segnale di forza e di intimidazione a chi cerca di opporsi alla logica malavitosa.
Il Parco Verde continua ad essere l’avamposto del potere dei clan.
A Caivano come ad Arzano e altri comuni fuori controllo del napoletano, lo Stato deve metterci la faccia.
Questa del Parco Verde è una storia indecente che ci fa capire anche il bisogno di lavorare sul territorio come società civile per ripristinare la legalità.
Non si vincono malaffare e camorra se istituzioni e società civile non interagiscono e producono azioni concrete.
Caro Don Maurizio non sei solo, occorre mettere in sicurezza il territorio e garantire ai tuoi bambini di frequentare la chiesa come le strade e i quartieri di Caivano.
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