Sei morto per difendere i nostri diritti. Noi non ti dimenticheremo

Non c’è giorno che non sia un anniversario da ricordare. Sono centinaia e centinaia i caduti innocenti di questa guerra civile che incombe da sempre nel nostro Paese e che ha provocato centinaia e centinaia di vittime innocenti. Donne, uomini e bambini uccisi incolpevolmente dai sicari delle mafie.
Eroi civili, loro malgrado, come Federico Del Prete, il sindacalista degli ambulanti, che ricorderemo domani nel suo paese natale, Frattamaggiore, in provincia di Napoli, nel ventennale del suo omicidio. Ucciso dalla camorra di Casal di Principe per difendere i commercianti costretti a pagare il pizzo.
Per aver denunciato il racket, alla vigilia dell’udienza dove avrebbe dovuto testimoniare contro il vigile urbano di Mondragone, emissario del clan.
Con il presidente della commissione antimafia, i sindaci dell’Area Nord di Napoli, con i familiari del sindacalista, medaglia d’oro al Merito civile, come comitato di liberazione dalla camorra depositeremo una corona di fiori nel cimitero di Frattamaggiore e subito dopo distribuiremo i volantini e l’adesivo del comitato ai commercianti della cittadina napoletana.
Federico era solo a denunciare il pizzo come è stato solo Libero Grassi ucciso dalla mafia a Palermo. Insieme si vince questa battaglia, ecco perché o si è contro la camorra o si è complici della camorra.
Ma prima del cimitero con il presidente dell’antimafia e con la sindaca di Arzano andremo a prenderci un caffè al Roxy Bar di Arzano dove i killer di un clan della 167 a fine novembre scorso uccisero il nipote di un boss e dopo andremo alla 167 dove la camorra ha occupato abusivamente degli appartamenti e da dove parte questa guerra tra i clan che sta insanguinando con bombe, stese, ferimenti e omicidi l’area Nord di Napoli.
La camorra è una montagna di merda.
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