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Restituire voce a chi voce non ha

Nella chiesa di San Gaetano di Thiene,di Pescopagano, Mondragone, ai funerali di Thomas Daniel, morto in un incidente sul lavoro a Napoli. Ho chiesto scusa alla vedova Cinthia Daniel, a nome di un gruppo di parlamentari. Scusa per l’assenza dello Stato sul cantiere di lavoro di una casa abusiva.

Scusa perché Thomas lavorava a nero, senza protezione individuale (quel primo giugno con Thomas è morto anche Ciro). E ancora scusa per la presenza del caporale. E scusa perché dopo 18 anni che stava in Italia Thomas aveva perso il permesso di soggiorno per scopi umanitari dopo l’entrata in vigore dei decreti sicurezza di Matteo Salvini. Se non presenti un contratto di lavoro perdi il permesso di soggiorno.

A nome del gruppo di parlamentari ho chiesto al governo di cambiare i decreti sicurezza, di allargare anche ai migranti addetti all’edilizia e agli altri lavori il riconoscimento con i permessi di soggiorno.

Ho chiesto alla ministra Lamorgese di concedere la cittadinanza italiana alla vedova di Thomas Daniel. 41 anni per sempre. erché non estendere la regolarizzazione anche al settore edile ed altri settori? C’è bisogno di restituire dignità a questi lavoratori, di salvare i rinnovi dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, cancellati dai decreti sicurezza, per evitare che in Italia altri 110.000 persone diventino invisibili, 2.000 solo a Castel Volturno.

Noi chiediamo al governo di fare presto, di cambiare i decreti sicurezza. Non c’è più tempo da perdere. Non possiamo permettere che persone come Thomas, siano private del diritto ad avere diritti.

RESTITUIRE VOCE A CHI VOCE NON HA

RESTITUIRE VOCE A CHI VOCE NON HAQuel silenzio, quel pianto disperato di Cinthia Daniel è uno schiaffo, un pugno per tutti noi. Thomas, come tanti altri migranti che risiedono a Castelvolturno, partiva alle 5 di mattina per lavorare come muratore in qualche cantiere di Napoli e della sua provincia. Lo faceva da anni ma la sera del primo giugno Thomas non è tornato a casa e per 48 ore non si è saputo nulla di lui. Poi l’amara verità:Thomas era morto a Napoli in un incidente sul lavoro. L'edilizia per cittadini italiani e immigrati è uno dei settori di maggiore sfruttamento e scarse tutele di sicurezza. Oggi inseme a Erasmo Palazzotto, Paola Nugnes e Gennaro Migliore e anche a nome di un folto numero di parlamentari della Repubblica italiana ai funerali di Thomas nella chiesa di San Gaetano di Thiene, a Mondragone abbiamo espresso le nostre condoglianze alla vedova, alla signora Cinthia Daniel, e le scuse all’intera comunità di Castel Volturno per quello che è successo a Thomas Daniel: vittima innocente di un incidente sul lavoro. Questa storia, che si è conclusa tragicamente, in un paese democratico non doveva succedere perché nella sua Carta Costituzionale c’è la difesa della dignità umana, del lavoro, della legalità, dell’umanità e tutti questi valori sono stati tragicamente calpestati. Ci sono altri tre migranti rimasti illesi vittime di questo grave incidente. Il primo giugno a Napoli, nel quartiere di Pianura, il cedimento di un muro di contenimento che doveva proteggere l’immobile abusivo di due piani, ha ucciso Thomas e un suo compagno di lavoro, Ciro Perrucci. Era tutto fuorilegge. La casa in costruzione perché era abusiva, gli operai ingaggiati dal caporale di turno perché lavoravano in nero. Paghe di fame, nessuno strumento di protezione individuale. Ma la storia di Thomas ci dice anche altro. Thomas e Cinthia Daniel erano in Italia dal 2002, fuggiti dalla Liberia dove imperversava la guerra. Avevano chiesto l’asilo politico e gli erano stati concessi i permessi di soggiorno per motivi umanitari. Ma oggi, per le modifiche legislative introdotte nel pacchetto sicurezza voluto dall’ex ministro dell’interno Matteo Salvini, Thomas non poteva rinnovare il permesso di soggiorno, la nuova normativa impedisce il rilascio e il rinnovo in mancanza di un contratto di lavoro. Noi, da Castelvolturno, chiediamo al governo, al presidente Conte, alla ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, di modificare le norme sulla regolarizzazione dei migranti. Perché non estendere la regolarizzazione anche al settore edile ed altri settori? C'è bisogno di restituire dignità a questi lavoratori, di salvare i rinnovi dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, cancellati dai decreti sicurezza, per evitare che in Italia altri 110.000 persone diventino invisibili, 2.000 solo a Castel Volturno. Noi chiediamo al governo di fare presto, di cambiare i decreti sicurezza. Non c’è più tempo da perdere. Non possiamo permettere che persone come Thomas, siano private del diritto ad avere diritti. Certo, la regolarizzazione degli migranti impegnati in agricoltura è un primo passo. Ma non basta. Impegniamoci a migliorarla. Bisogna impegnarsi di più nella battaglia contro il lavoro a nero e il caporalato, e noi sappiamo che quando le persone non hanno diritti, non hanno un permesso di soggiorno, sono più ricattabili. Siamo qui per restituire voce a chi voce non ha. Non parliamo di fantasmi, ma di esseri umani in carne ed ossa a cui bisogna garantire diritti e dignità.Ecco il link dell'interrogazione https://bit.ly/3pV3oMQ

Pubblicato da Sandro Ruotolo su Lunedì 15 giugno 2020

 

Certo, la regolarizzazione degli migranti impegnati in agricoltura è un primo passo. Ma non basta. Impegniamoci a migliorarla.

Bisogna impegnarsi di più nella battaglia contro il lavoro a nero e il caporalato, e noi sappiamo che quando le persone non hanno diritti, non hanno un permesso di soggiorno, sono più ricattabili. Siamo qui per restituire voce a chi voce non ha. Non parliamo di fantasmi, ma di esseri umani in carne ed ossa a cui bisogna garantire diritti e dignità.

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