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per i tanti Thomas Daniel, restiamo umani

Alla vigilia del Consiglio dei ministri che cancellerà i decreti Salvini oggi palazzo Chigi ha compiuto un gesto importante e non solo simbolico. Lo scorso 15 giugno ai funerali di Thomas, immigrato dalla Liberia che ha vissuto con sua moglie, la signora Chintia Daniel, 18 anni nel nostro Paese proprio alla vedova, alla signora Chintia, nella chiesa di Pescopagano a Castelvolturno, chiedemmo in delegazione di parlamentari scusa da parte del nostro Paese perché non era stato capace di garantire sicurezza nei luoghi di lavoro, di combattere efficacemente il caporalato, lo sfruttamento della manodopera, di non aver impedito la costruzione di una palazzina abusiva nel quartiere più abusivo di Napoli, Pianura. Di non aver combattuto con efficacia la criminalità organizzata.

RESTITUIRE VOCE A CHI VOCE NON HA

RESTITUIRE VOCE A CHI VOCE NON HAQuel silenzio, quel pianto disperato di Cinthia Daniel è uno schiaffo, un pugno per tutti noi. Thomas, come tanti altri migranti che risiedono a Castelvolturno, partiva alle 5 di mattina per lavorare come muratore in qualche cantiere di Napoli e della sua provincia. Lo faceva da anni ma la sera del primo giugno Thomas non è tornato a casa e per 48 ore non si è saputo nulla di lui. Poi l’amara verità:Thomas era morto a Napoli in un incidente sul lavoro. L'edilizia per cittadini italiani e immigrati è uno dei settori di maggiore sfruttamento e scarse tutele di sicurezza. Oggi inseme a Erasmo Palazzotto, Paola Nugnes e Gennaro Migliore e anche a nome di un folto numero di parlamentari della Repubblica italiana ai funerali di Thomas nella chiesa di San Gaetano di Thiene, a Mondragone abbiamo espresso le nostre condoglianze alla vedova, alla signora Cinthia Daniel, e le scuse all’intera comunità di Castel Volturno per quello che è successo a Thomas Daniel: vittima innocente di un incidente sul lavoro. Questa storia, che si è conclusa tragicamente, in un paese democratico non doveva succedere perché nella sua Carta Costituzionale c’è la difesa della dignità umana, del lavoro, della legalità, dell’umanità e tutti questi valori sono stati tragicamente calpestati. Ci sono altri tre migranti rimasti illesi vittime di questo grave incidente. Il primo giugno a Napoli, nel quartiere di Pianura, il cedimento di un muro di contenimento che doveva proteggere l’immobile abusivo di due piani, ha ucciso Thomas e un suo compagno di lavoro, Ciro Perrucci. Era tutto fuorilegge. La casa in costruzione perché era abusiva, gli operai ingaggiati dal caporale di turno perché lavoravano in nero. Paghe di fame, nessuno strumento di protezione individuale. Ma la storia di Thomas ci dice anche altro. Thomas e Cinthia Daniel erano in Italia dal 2002, fuggiti dalla Liberia dove imperversava la guerra. Avevano chiesto l’asilo politico e gli erano stati concessi i permessi di soggiorno per motivi umanitari. Ma oggi, per le modifiche legislative introdotte nel pacchetto sicurezza voluto dall’ex ministro dell’interno Matteo Salvini, Thomas non poteva rinnovare il permesso di soggiorno, la nuova normativa impedisce il rilascio e il rinnovo in mancanza di un contratto di lavoro. Noi, da Castelvolturno, chiediamo al governo, al presidente Conte, alla ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, di modificare le norme sulla regolarizzazione dei migranti. Perché non estendere la regolarizzazione anche al settore edile ed altri settori? C'è bisogno di restituire dignità a questi lavoratori, di salvare i rinnovi dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, cancellati dai decreti sicurezza, per evitare che in Italia altri 110.000 persone diventino invisibili, 2.000 solo a Castel Volturno. Noi chiediamo al governo di fare presto, di cambiare i decreti sicurezza. Non c’è più tempo da perdere. Non possiamo permettere che persone come Thomas, siano private del diritto ad avere diritti. Certo, la regolarizzazione degli migranti impegnati in agricoltura è un primo passo. Ma non basta. Impegniamoci a migliorarla. Bisogna impegnarsi di più nella battaglia contro il lavoro a nero e il caporalato, e noi sappiamo che quando le persone non hanno diritti, non hanno un permesso di soggiorno, sono più ricattabili. Siamo qui per restituire voce a chi voce non ha. Non parliamo di fantasmi, ma di esseri umani in carne ed ossa a cui bisogna garantire diritti e dignità.Ecco il link dell'interrogazione https://bit.ly/3pV3oMQ

Pubblicato da Sandro Ruotolo su Lunedì 15 giugno 2020

Con Thomas rimase ucciso anche Ciro Perrucci, furono trovati abbracciati sotto le macerie e feriti tre, immigrati. Thomas era in Italia da 18 anni, con sua moglie, fuggito dalla guerra in Liberia mentre i suoi tre figli crescevano in Ghana. Entrambi con il permesso di soggiorno per scopi umanitari che non hanno potuto rinnovare per i decreti Salvini, non potendo dimostrare di lavorare con un contratto regolare. Stessa situazione per Dario Isaac Kwaku ghanese, in Italia dal 2002. Per Donkor Prince 21 anni e Ameyaw Patrick 27 anni. Da 4 anni in Italia.

E sono loro i compagni di lavoro di Thomas scampati alla morte. Sono loro gli invisibili, integrati nella comunità ma irregolari per le nostre leggi. Svegli alle 5 di mattina, caporale, muratori a chiamata e così hanno mantenuto le famiglie, hanno potuto pagare gli affitti di casa a Castelvolturno. Ecco perché mi sembrava doveroso chiedere scusa a Thomas e a tutte le altre vittime dello sfruttamento lavorativo e a quanti hanno perso la vita per cercare un futuro ai loro figli, alle loro famiglie.

A Palazzo Chigi direttamente dalle mani del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ghanesi, residenti a Castel Volturno (Caserta), hanno ricevuto i tanti agognati permessi di soggiorno. Con il Centro sociale Ex Canapificio, il Centro Fernandes e su impulso della Procura di Napoli, con il Procuratore Giovanni Melillo, sono stati richiesti alla Questura di Caserta diretta da Antonio Borrelli l’emissione di quattro permessi di soggiorno, avendo riconosciuto i quattro ghanesi come vittime dello sfruttamento lavorativo.

Oggi si è dato un forte segnale di discontinuità e di riconciliazione alla vigilia di un Consiglio dei ministri che restituirà dignità e umanità al nostro Paese, cancellando la vergogna dei decreti Salvini.

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