per i tanti Thomas Daniel, restiamo umani

Alla vigilia del Consiglio dei ministri che cancellerà i decreti Salvini oggi palazzo Chigi ha compiuto un gesto importante e non solo simbolico. Lo scorso 15 giugno ai funerali di Thomas, immigrato dalla Liberia che ha vissuto con sua moglie, la signora Chintia Daniel, 18 anni nel nostro Paese proprio alla vedova, alla signora Chintia, nella chiesa di Pescopagano a Castelvolturno, chiedemmo in delegazione di parlamentari scusa da parte del nostro Paese perché non era stato capace di garantire sicurezza nei luoghi di lavoro, di combattere efficacemente il caporalato, lo sfruttamento della manodopera, di non aver impedito la costruzione di una palazzina abusiva nel quartiere più abusivo di Napoli, Pianura. Di non aver combattuto con efficacia la criminalità organizzata.
Con Thomas rimase ucciso anche Ciro Perrucci, furono trovati abbracciati sotto le macerie e feriti tre, immigrati. Thomas era in Italia da 18 anni, con sua moglie, fuggito dalla guerra in Liberia mentre i suoi tre figli crescevano in Ghana. Entrambi con il permesso di soggiorno per scopi umanitari che non hanno potuto rinnovare per i decreti Salvini, non potendo dimostrare di lavorare con un contratto regolare. Stessa situazione per Dario Isaac Kwaku ghanese, in Italia dal 2002. Per Donkor Prince 21 anni e Ameyaw Patrick 27 anni. Da 4 anni in Italia.
E sono loro i compagni di lavoro di Thomas scampati alla morte. Sono loro gli invisibili, integrati nella comunità ma irregolari per le nostre leggi. Svegli alle 5 di mattina, caporale, muratori a chiamata e così hanno mantenuto le famiglie, hanno potuto pagare gli affitti di casa a Castelvolturno. Ecco perché mi sembrava doveroso chiedere scusa a Thomas e a tutte le altre vittime dello sfruttamento lavorativo e a quanti hanno perso la vita per cercare un futuro ai loro figli, alle loro famiglie.
A Palazzo Chigi direttamente dalle mani del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ghanesi, residenti a Castel Volturno (Caserta), hanno ricevuto i tanti agognati permessi di soggiorno. Con il Centro sociale Ex Canapificio, il Centro Fernandes e su impulso della Procura di Napoli, con il Procuratore Giovanni Melillo, sono stati richiesti alla Questura di Caserta diretta da Antonio Borrelli l’emissione di quattro permessi di soggiorno, avendo riconosciuto i quattro ghanesi come vittime dello sfruttamento lavorativo.
Oggi si è dato un forte segnale di discontinuità e di riconciliazione alla vigilia di un Consiglio dei ministri che restituirà dignità e umanità al nostro Paese, cancellando la vergogna dei decreti Salvini.
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