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Nominata Commissione d’indagine presso Castellammare di Stabia: si accende un faro sul rapporto tra clan, politica e affari

La decisione del Prefetto di Napoli, dottor Marco Valentini, di nominare la commissione d’indagine presso il comune di Castellammare di Stabia va nella direzione giusta e da noi auspicata e sollecitata.
È un primo passo per accertare e capire se il sistema di potere della camorra abbia in qualche modo condizionato e inquinato l’attività amministrativa dell’importante comune del napoletano. Le inchieste recenti della magistratura hanno evidenziato il rischio concreto del coinvolgimento della camorra nella vita amministrativa della città.
Lo scorso 23 marzo 2021 con l’operazione ‘Domino bis’ a Castellammare di Stabia è emerso un interesse dello storico clan D’Alessandro, giunto alla terza generazione, di infiltrarsi nel sistema degli appalti pubblici con il tentativo di condizionare l’esito in favore di imprese a loro legate e nello sponsorizzare un pezzo di politica sostenendo liste e candidati.
Con la nomina della commissione d’accesso si accende un faro sul rapporto tra clan, politica e affari. Se la camorra, in alcuni territori, è così radicata è perché, evidentemente, si relaziona con il potere politico, con la cosiddetta zona grigia dei colletti bianchi, con le imprese.
Occorre spezzare questi meccanismi e troncare i rapporti di collusione e convivenza. È l’unica garanzia per avviare una ‘primavera di rinnovamento’ e rigenerazione della politica e dell’amministrazione pubblica.

Ecco la risposta del ministro al Question time 

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Sandro Ruotolo

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