L’Italia dovrebbe chiedere scusa per Thomas Daniel

Provo vergogna per il mio Paese. L’Italia dovrebbe chiedere scusa per Thomas Daniel, 41 anni, immigrato della Liberia, per molti giorni rimasto un fantasma senza nome, impiegato come edile a nero in un cantiere abusivo di via Archimede nel quartiere di Pianura, periferia occidentale di Napoli, rimasto ucciso, sette giorni fa, insieme con Ciro Perrucci, 51 anni per il crollo di un muro di contenimento che stavano costruendo.
Esiste un altro tipo di caporalato, quello dell’edilizia, in cui oltre alla mancata sicurezza sui posti di lavoro, di regolarità dei contratti, i lavoratori sono sottoposti a minacce e ricatti.
A Thomas e sua moglie Cinthia in Italia dal 2002 gli era stato sospeso il permesso di soggiorno per motivi umanitari per le modifiche legislative introdotte nel pacchetto sicurezza fortemente volute dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La nuova normativa impedisce il rilascio e il rinnovo in mancanza di un contratto di lavoro. Ecco che in particolare a Castel Volturno si paga fino a 4 mila euro per “aggiustare” le carte e ottenere un contratto di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno.
Un modus operandi che alimenta “l’usura della disperazione” a cui molti cittadini stranieri sono costretti. Su questa storia dovrà muoversi il Parlamento e il Governo senza se e senza ma.
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