In città

La politica non è un’altra cosa

Sono stato invitato alla conferenza programmatica idea Napoli organizzata dal PD all’ippodromo di Agnano di Napoli. Una due giorni importante dove in modo laico sono state avanzate proposte e sviluppate idee.

Un fatto positivo perché credo fermamente nella pedagogia della politica, nel ruolo fondamentale dei partiti, dei movimenti, dell’autorganizzazione sociale e delle forme di partecipazione pre-politica e del volontariato.

Alla kermesse hanno partecipato ministri parlamentari, rappresentanti della Regione Campania, delle amministrazioni locali, dirigenti, attivisti, volontari, il mondo delle professioni.

Un dibattito a cui ho dato un contributo esterno, come senatore eletto e sostenuto con quel ‘metodo Ruotolo’ anche da una forza politica come il Pd.

Nel mio discorso che, potete vedere e ascoltare, ho specificato e sottolineato alcuni aspetti per me fondamentali: Sui valori, sull’etica in cui  dobbiamo essere intransigenti. E poi liste pulite innanzitutto ma anche dei tanti bei no ai voltagabbana. In nome di un pacchetto di voti presunti, accogliere tutti.

LA POLITICA NON PUO' ESSERE UN'ALTRA COSA

LA POLITICA NON PUO' ESSERE UN'ALTRA COSAIl primo minuto di questo intervento lo vorrei dedicare al pericolo che corriamo, di una destra sovranista che nega gli orrori del passato, che li rivendica, che sdogana odio e rancore, che insulta la dignità umana, che giustifica la schiavitù nei campi, nei ghetti, che divide le persone dal colore della pelle, che definisce un essere umano C L A N D E S T I N O. Quello che voglio dire è che la politica significa soprattutto valori poi certo ci vuole la buona amministrazione ma dobbiamo esprimere valori. Noi mettiamo al centro prima le persone, gli ultimi, quelli senza diritti. Vorrei che memorizzaste questo nome: Thomas Daniel. Un uomo di 40 anni. Da 18 anni in Italia. In fuga dalla Liberia con sua moglie. Aveva chiesto l’asilo politico, aveva ottenuto il permesso di soggiorno per scopi umanitari ma poi sono arrivati i decreti sicurezza firmati Salvini. Niente rinnovo se non lavori con contratto. E Thomas d’improvviso diventa invisibile. Vive a Castelvolturno, si alza alle 5 di mattina in cerca di lavoro, trova il caporale e il primo giugno a Pianura, a Napoli, incontra la morte con un suo compagno di lavoro, Ciro. Thomas stava lavorando alla costruzione di una villa abusiva, senza nessuna protezione, per 40 euro al giorno. La frana lo inghiotte. Invisibile lui, visibile la camorra, abusiva la casa, abusivi gli operai. Assenti le istituzioni. E’ giunto il momento di cancellare i decreti Salvini. Nel Sud, la lotta alle mafie, alla corruzione, all’evasione fiscale vogliono dire lotta per i diritti. La nostra terra, il Mezzogiorno. La questione meridionale che è la questione delle classi dirigenti. Devo dirvi intanto che ho la sensazione che una parte della politica consideri l’epidemia del coronavirus una parentesi. Come dire, ho la sensazione che non si sia capita fino in fondo la gravità della situazione. Le stesse preoccupazioni espresse l’altro giorno dalla ministra dell’interno Lamorgese circa il rischio di tensioni sociali dopo l’estate sono passate sotto silenzio. Ecco perchè, credo che concorderanno con me anche i ministri Provenzano, Manfredi e Amendola, la ripartenza del Paese o avviene con il Sud protagonista o non avviene. La crisi di oggi ci impone un nuovo modello di sviluppo che significa che quello vecchio era già obsoleto prima della crisi del Covid-19. Il modello politico, economico del Nord leghista mostra crepe profonde e noi dobbiamo proporre altro. Mi piace questo termine: transizione ecologica, prioritaria per affrontare le sfide della nostra epoca, a cominciare da quella climatica. E noi qui in Campania sappiamo bene cosa abbia significato e cosa significhi l’emergenza ambientale, la terra dei fuochi. Una transizione innanzitutto “economica ed energetica”, in altri termini una transizione verso una green economy. Abbiamo bisogno di infrastrutture per ripartire ma non abbiamo bisogno del ponte sullo stretto di Messina. Senza giovani si conosce il declino. E, dunque, al governo centrale, allo schieramento che oggi si candida alla guida della Regione e a quelli che si candidano alla guida delle città a breve e medio termine, non si può chiedere di tamponare solo l’emergenza sociale. Si deve chiedere di disegnare il futuro. Di guardare oltre. Che significa nuovo modello di sviluppo nuovo? Poli tecnologici, d’avanguardia. Ricerca sulle alternative ai combustibili fossili. Si, rigenerazione urbana. Possiamo riempire un quaderno di proposte. Ma se non le faremo vivere dal basso, nelle nostre periferie, nelle nostre città , con umiltà, con passione, rischiamo che altri competitor possano aggiudicarsi le prossime sfide a colpi di slogan e di promesse che non manterranno. Si, proposte per il futuro, ma poi bisogna anche rispondere alla crisi di oggi e qui pensiamo ai 400 posti di lavoro a rischio della Whirlpool di Napoli che riguardano tutti noi. Dobbiamo essere consapevoli che Napoli non può accettare la chiusura di quella fabbrica. L’articolo 41 della Costituzione dice che l’iniziativa economica privata è libera. Ma quell’articolo della Costituzione dice anche che non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Dicevo prima, nel Mezzogiorno, abbiamo un problema grande quanto un grattacielo, quello delle classi dirigenti. La politica innanzitutto vi deve porre rimedio. La sfida è immane lo sappiamo ma la politica non deve essere il miraggio del posto di lavoro, non può essere il trampolino di lancio per altro o il ricollocamento nello schieramento che ha più chances di vittoria. Competenza ma soprattutto passione, valori. Ebbene mi è capitato di ascoltare l’altro giorno la dichiarazione di una candidata che dallo schieramento a noi alternativo ha deciso di candidarsi in quello del centro sinistra per le prossime regionali in Campania. Ascoltatela anche voi. Io davvero non sono riuscito a capire le sue motivazioni e soprattutto le nostre per averla accettata. Ecco, sui valori, sull’etica, dobbiamo essere intransigenti. Liste pulite innanzitutto ma anche dei tanti bei no ai voltagabbana. Non dobbiamo, in nome di un pacchetto di voti presunti, accogliere tutti. Dobbiamo essere riformisti, concreti, invece nel raggiungimento degli obiettivi. Di recente, come sapete, abbiamo votato si alla regolarizzazione dei migranti irregolari nelle campagne. Ecco lo sappiamo bene che serve altro e la storia di Thomas lo grida, ma quel bicchiere lo abbiamo visto mezzo pieno e ora ci daremo da fare per riempirlo del tutto. Continuo a pensare che occorra battere questa destra, populista e pericolosa e che le forze democratiche, progressiste, di sinistra, ecologiste si presentino insieme, confrontandosi sui programmi. Non possiamo permetterci di consegnare questo Paese ai Matteo Salvini di turno. Dobbiamo tutti cambiare. Dobbiamo mettere avanti il noi, fare squadra. Mettere in rete le persone che condividono gli stessi valori, le stesse idee, la stessa visione per il futuro. Lotta alle diseguaglianze, diritti, transizione ecologica. Anche i figli delle nostre periferie hanno il diritto di sognare.

Pubblicato da Sandro Ruotolo su Sabato 11 luglio 2020

Dobbiamo essere riformisti, concreti, invece nel raggiungimento degli obiettivi. Ho raccontato un mio disagio all’attenta platea ovvero di ascoltare la dichiarazione di una candidata che dallo schieramento a noi alternativo ha deciso di candidarsi in quello del centro sinistra per le prossime regionali in Campania.

Ho invitato tutti ad ascoltarla perché davvero non sono riuscito a capire le sue motivazioni e soprattutto le nostre per averla accettata. L’altro punto punto determinante è la questione meridionale che è la questione delle nostre classi dirigenti.

Nel Mezzogiorno abbiamo bisogno di infrastrutture per ripartire. Non abbiamo bisogno del ponte sullo stretto di Messina. La ripartenza del Paese o avviene con il Sud protagonista o non avviene.

La crisi di oggi ci impone un nuovo modello di sviluppo che significa lotte alle disuguaglianze, transizione ecologica, lotta per i diritti civili e umani.

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