La liberazione di Napoli dalla camorra dev’essere nei programmi delle forze politiche e al centro dell’agenda di governo

Una assemblea vera, quella di ieri pomeriggio tenutasi presso la Casa del Popolo di Ponticelli, voluta ed organizzata dal PD di Napoli dopo i fatti gravissimi degli ultimi giorni: omicidi, ordigni, stese, che per l’ennesima volta si sono verificati nel quartiere.
I cittadini, le associazioni, i comitati, i maestri di strada, il terzo settore sono stati i protagonisti del confronto con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, dimostrando che a Ponticelli, come in altre zone della città, esiste una resistenza civile contro la camorra.
L’inquietudine ha sostituito la paura, l’assuefazione alla malavita ha indebolito la speranza facendo crescere la sfiducia. Il grido di dolore che si leva da Ponticelli deve scuotere Napoli perché Napoli senza Ponticelli, San Giovanni, Barra, Pianura, Soccavo, Fuorigrotta non è Napoli. Il contrasto alla camorra, la lotta alle disuguaglianze, il farsi carico delle fragilità, i disastri educativi e formativi, la crescente povertà, l’infanzia negata sono questioni nazionali.
Napoli è la capitale del Mezzogiorno d’Italia, il faro del Mediterraneo, una delle capitali culturali Europee e non può essere ignorata da Roma o meglio abbandonata a un destino che pare qualcuno voglia ineluttabile.
Nei programmi delle forze politiche, Napoli dev’essere al centro degli impegni. Far parte di un’agenda di governo. Altro che autonomia differenziata. Occorre fare presto. Rischiamo di perdere nuovamente un pezzo della nuova generazione, senza alternative tanti sono pronti ad arruolarsi e ingrossare le fila della camorra terroristica.
I clan, ancora oggi, garantiscono i diritti nell’illegalità: lavoro criminale, case occupate o costruite abusivamente e il welfare. La camorra in alcuni territori, purtroppo si fa Stato e garantisce il presente.
Ci sono problemi complessi e non hanno soluzioni semplici. È finito il tempo di nasconderli sotto al tappeto ma occorre affrontarli con serietà per dare risposte sul medio e lungo periodo. Non regge più il puntare il dito e distribuire le colpe delle istituzioni.
Occorre camminare insieme, identificare le priorità, affrontare le diverse vicende e condividerne le soluzioni.
Napoli è nostra e noi siamo di più.
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