Intollerabile ritardo del 118 a San Giovanni a Teduccio: Oltre un’ora e mezza di attesa

Un’ora e mezza di attesa poi finalmente si scorge l’ambulanza del 118 con il medico affaticato che si scusa e racconta il suo inferno: “Solo 30 ambulanze, tante chiamate e l’emergenza Covid che incalza”. C’è un uomo, si chiama Nicola, non è italiano ed è a terra. Forse ha battuto la testa, si tiene anche la gamba che sembra rotta. Sono stati i volontari di ‘Figli in Famiglia Onlus’ in via Ferrante Imparato ad accorgersi della sua presenza quando hanno notato fuoriuscire dai cartoni una mano. La sua voce è flebile e invoca aiuto.
Nicola era stato proprio presso l’associazione per chiedere dei generi alimentari. Forse un malore, un giramento di testa oppure l’aver inciampato: cade malamente a terra. Sono i volontari a stargli accanto. Viene contattato alle ore 19 il 118.
Il responsabile della centrale operativa spiega che non ci sono mezzi a disposizione, occorre attendere. Il tempo trascorre veloce, l’uomo si lamenta, non parla l’italiano, sussurra due, tre volte il proprio nome : Nicola. A tratti perde conoscenza, si addormenta. Il volto è tumefatto, la gamba spostata.
Sono le ore 20, l’ambulanza non arriva. Nicola si sveglia e i volontari gli urlano: “Come si sente?”.
Balbetta poche parole, sembra che dica che non sta bene e che accusa dolori per tutto il corpo. Nuova ed ennesima chiamata al 118 e dal centralino spiegano di avere grosse difficoltà a raggiungere via Imparato.
Di fronte alle proteste, allo sconforto avvisano dell’obbligo di restare accanto all’uomo ferito altrimenti scatta una denuncia per omissione di soccorso. Informazione che sorprende: nessun volontario voleva abbandonare il ferito, anzi. Occorre l’ambulanza e il medico.
Finalmente alle ore 20 e 35, dopo oltre un’ora e mezzo dalla prima chiamata, giunge l’ambulanza: il medico racconta il suo inferno quotidiano, le difficoltà e il numero troppo esiguo dei mezzi di soccorso. Nicola finalmente viene immobilizzato e caricato sull’ambulanza del 118. Nel 2021 non può accadere quello che denuncia l’Onlus di San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia Est di Napoli. Il diritto alla salute è sacro. Vogliamo sapere dai responsabili del 118 i motivi di questo intollerabile ritardo.
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