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Ora fronteggiare l’emergenza economica e sociale

E’ vero, siamo all’ennesima conversione in legge di un decreto con misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, questo è quello della cosiddetta ripartenza, della fase 2, 16 maggio 2020 numero 33. Quello del “a un metro di distanza e mascherine al chiuso”. Il terzo decreto legge se non sbaglio e poi ci sono stati in queste ultime settimane i DPCM , i decreti del presidente del Consiglio dei ministri che hanno animato il dibattito sulla loro costituzionalità. Sin dall’inizio di questa drammatica emergenza. Punti di vista diversi e noi pensiamo che quella scelta abbia sostanzialmente rispettato i principi costituzionali e sia stata una scelta imposta da una situazione che poteva sfuggire di mano.

L’esecutivo decideva in tempi rapidi ma voglio qui ricordare che in quei drammatici giorni quando fu deciso di tenere aperte le fabbriche che producevano beni essenziali per il Paese, palazzo Chigi consultava le parti sociali, approvando protocolli per garantire la sicurezza dei lavoratori. Erano i giorni delle migliaia di persone che affollavano i nostri ospedali, le terapie intensive. Erano i giorni dove si contavano le centinaia di morti che in poche settimane, tra marzo e aprile, hanno riempito cimiteri e depositi provvisori. Bisognava decidere in fretta. Adesso che è finita l’emergenza acuta, anche se l’emergenza sanitaria non è ancora alle nostre spalle, ed è bene ribadirlo, dobbiamo provare a ripristinare quel confronto parlamentare che in questi mesi è stato messo da parte. Si è attenuata, è vero, l’emergenza sanitaria. Adesso dobbiamo vincere l’emergenza economica sociale. L’ultimo bollettino emanato dalla protezione civile ci dice che i malati sono scesi sotto quota 20 mila e sono al minimo il numero di nuovi casi e di morti. Bene. Ma sbaglieremmo a lanciare il messaggio: non c’è più pericolo.

IL BUIO PUO' TORNARE

Dichiarazione di voto: ORA FRONTEGGIARE L'EMERGENZA ECONOMICA E SOCIALEE’ vero, siamo all’ennesima conversione in legge di un decreto con misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, questo è quello della cosiddetta ripartenza, della fase 2, 16 maggio 2020 numero 33. Quello del “a un metro di distanza e mascherine al chiuso”. Il terzo decreto legge se non sbaglio e poi ci sono stati in queste ultime settimane i DPCM , i decreti del presidente del Consiglio dei ministri che hanno animato il dibattito sulla loro costituzionalità. Sin dall’inizio di questa drammatica emergenza. Punti di vista diversi e noi pensiamo che quella scelta abbia sostanzialmente rispettato i principi costituzionali e sia stata una scelta imposta da una situazione che poteva sfuggire di mano. L’esecutivo decideva in tempi rapidi ma voglio qui ricordare che in quei drammatici giorni quando fu deciso di tenere aperte le fabbriche che producevano beni essenziali per il Paese, palazzo Chigi consultava le parti sociali, approvando protocolli per garantire la sicurezza dei lavoratori. Erano i giorni delle migliaia di persone che affollavano i nostri ospedali, le terapie intensive. Erano i giorni dove si contavano le centinaia di morti che in poche settimane, tra marzo e aprile, hanno riempito cimiteri e depositi provvisori. Bisognava decidere in fretta. Adesso che è finita l’emergenza acuta, anche se l’emergenza sanitaria non è ancora alle nostre spalle, ed è bene ribadirlo, dobbiamo provare a ripristinare quel confronto parlamentare che in questi mesi è stato messo da parte. Si è attenuata, è vero, l’emergenza sanitaria. Adesso dobbiamo vincere l’emergenza economica sociale. L’ultimo bollettino emanato dalla protezione civile ci dice che i malati sono scesi sotto quota 20 mila e sono al minimo il numero di nuovi casi e di morti. Bene. Ma sbaglieremmo a lanciare il messaggio: non c’è più pericolo. Senza voler ipotizzare rischi di seconde ondate dopo l’estate, il Covid 19 oggi nel resto del Pianeta continua a contagiare e a uccidere. I fatti ci dicono che bisogna di continuare ad essere prudenti. Avete visto cosa è successo al campione di tennis Djokovic, il numero uno al mondo, che aveva sfidato distanziamento e mascherina, lui no vax? È risultato positivo al Coronavirus. Dunque, ripartenza. Come gruppo misto in commissione affari costituzionali abbiamo deciso di non proporre emendamenti. Le misure contenute in questo provvedimento sono già superate. e oggi dobbiamo pensare soprattutto alla ripartenza economica e sociale. Siamo tutti preoccupati. È una lotta contro il tempo, contro la burocrazia ma non solo. I segnali che arrivano dai territori sono drammatici: la povertà che aumenta, le saracinesche che restano abbassate, il tessuto produttivo in difficoltà, l’industria del turismo che sta vivendo la sua peggiore crisi. Aspettiamo il decreto semplificazioni, aspettiamo i recovery found, la trattativa in sede europea. Aspettiamo questo nuovo modello di sviluppo. Ma attenzione e lo dico soprattutto ai colleghi e alle colleghe delle opposizioni. C’è un terzo incomodo che deve restare fuori. La criminalità organizzata. E quindi rapidità ma anche controlli. È una corsa contro il tempo. Le mafie dispongono di cash, di liquidità. Prestano soldi a tassi usurai, cercano di riciclare i denari sporchi acquisendo aziende in difficoltà. Fare presto e assicurare controlli di legalità. “Il buio può tornare” ci dicono investigatori e magistrati.Certo, capisco il malessere dei colleghi e delle colleghe dell’opposizione. Anche noi sentiamo il bisogno di un confronto parlamentare più articolato, in grado cioè di entrare nel dettaglio delle questioni, anche al fine di garantire la certezza del diritto in un momento di grave crisi per il Paese. Tutti abbiamo sperato nella temporaneità limitata nel tempo della sospensione delle libertà personali. E da questo punto di vista c’è bisogno di una sorta di vigilanza democratica al fine di non far sopravvivere all’emergenza le regole emergenziali. Sarebbe profondamente sbagliato elaborare una legge di rango costituzionale sulla gestione delle emergenze piuttosto si pone il problema che per esempio, in commissione affari costituzionali, ha sollevato il collega Pagano di una commissione parlamentare bicamerale che si attivi nei momenti emergenziali quando il governo emette provvedimenti d’urgenza, che si riunisca ad horas, che dica la sua. Dunque, mi avvio alle conclusioni. Dobbiamo farcela. Dobbiamo ripartire. Dobbiamo ridurre le diseguaglianze sociali, dare dignità agli ultimi, agli invisibili. Per questo motivo annuncio il voto favorevole dei senatori di Leu e di altri senatori, come il sottoscritto, del gruppo misto.

Pubblicato da Sandro Ruotolo su Mercoledì 24 giugno 2020

Senza voler ipotizzare rischi di seconde ondate dopo l’estate, il Covid 19 oggi nel resto del Pianeta continua a contagiare e a uccidere. I fatti ci dicono che bisogna di continuare ad essere prudenti. Avete visto cosa è successo al campione di tennis Djokovic, il numero uno al mondo, che aveva sfidato distanziamento e mascherina, lui no vax? È risultato positivo al Coronavirus. Dunque, ripartenza. Come gruppo misto in commissione affari costituzionali abbiamo deciso di non proporre emendamenti. Le misure contenute in questo provvedimento sono già superate. e oggi dobbiamo pensare soprattutto alla ripartenza economica e sociale. Siamo tutti preoccupati. È una lotta contro il tempo, contro la burocrazia ma non solo. I segnali che arrivano dai territori sono drammatici: la povertà che aumenta, le saracinesche che restano abbassate, il tessuto produttivo in difficoltà, l’industria del turismo che sta vivendo la sua peggiore crisi.

Aspettiamo il decreto semplificazioni, aspettiamo i recovery found, la trattativa in sede europea. Aspettiamo questo nuovo modello di sviluppo. Ma attenzione e lo dico soprattutto ai colleghi e alle colleghe delle opposizioni. C’è un terzo incomodo che deve restare fuori. La criminalità organizzata. E quindi rapidità ma anche controlli. È una corsa contro il tempo. Le mafie dispongono di cash, di liquidità. Prestano soldi a tassi usurai, cercano di riciclare i denari sporchi acquisendo aziende in difficoltà. Fare presto e assicurare controlli di legalità. “Il buio può tornare” ci dicono investigatori e magistrati.

Certo, capisco il malessere dei colleghi e delle colleghe dell’opposizione. Anche noi sentiamo il bisogno di un confronto parlamentare più articolato, in grado cioè di entrare nel dettaglio delle questioni, anche al fine di garantire la certezza del diritto in un momento di grave crisi per il Paese. Tutti abbiamo sperato nella temporaneità limitata nel tempo della sospensione delle libertà personali. E da questo punto di vista c’è bisogno di una sorta di vigilanza democratica al fine di non far sopravvivere all’emergenza le regole emergenziali.
Sarebbe profondamente sbagliato elaborare una legge di rango costituzionale sulla gestione delle emergenze piuttosto si pone il problema che per esempio, in commissione affari costituzionali, ha sollevato il collega Pagano di una commissione parlamentare bicamerale che si attivi nei momenti emergenziali quando il governo emette provvedimenti d’urgenza, che si riunisca ad horas, che dica la sua. Dunque, mi avvio alle conclusioni. Dobbiamo farcela. Dobbiamo ripartire. Dobbiamo ridurre le diseguaglianze sociali, dare dignità agli ultimi, agli invisibili. Per questo motivo annuncio il voto favorevole dei senatori di Leu e di altri senatori, come il sottoscritto, del gruppo misto.

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