Per Napoli

I partiti e la politica tornino ad occuparsi dei ‘territori’ della ‘cosa pubblica’: Basta con il nepotismo, signori delle tessere, i detentori di pacchetti di preferenze

Ho partecipato all’Agorà democratica ‘Napoli libera dalla camorra – per una stagione di legalità e lavoro’ del Partito Democratico presso la Domus Ars a Santa Chiara a Napoli con il ministro Andrea Orlando, il segretario Marco Sarracino e tanti amici che da anni si battono contro le mafie, tra cui Franco Roberti, Paolo Mancuso, Paolo Siani, don Maurizio Patriciello, Antonio De Iesu, Lorenzo Diana, Pina Picierno, Nino Daniele, don Gennaro Pagano, Valeria Pirone, Anna Riccardi, Tania Sorrentino, Giovanni Russo.

Ho colto l’occasione per ribadire nella mia relazione introduttiva che troppi territori della nostra area metropolitana sono terre di nessuno. È un vulnus la sospensione della democrazia in comuni come Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, commissariati per le infiltrazioni della camorra nei consigli comunali. L’elenco dei comuni sciolti per camorra nel napoletano è un lungo elenco. Pensate soltanto al record nazionale di Marano, sciolto per ben 4 volte.

Alcuni di questi comuni, come Arzano, hanno da poco eletto sindaca e consiglio, altri come Sant’Antimo stanno per andare al voto il 12 giugno. Dunque, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, un comune di centro destra e un comune di centro sinistra. Se qualche forma di resistenza c’è stata in questi anni, lo dobbiamo sopratutto a quella società civile, a quelle associazioni di volontari, del terzo settore, impegnate nei cosiddetti quartieri a rischio ma che da sole non possono farcela.

Torre Annunziata è il terzo Ente locale sciolto per mafia nel 2022, il 368esimo dal 1991, il 115esimo in Campania, il 64esimo in provincia di Napoli. Penso che la legge sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni datata 1991 debba essere modificata. Come chiedono gli stessi prefetti. Per mandare a casa anche i dirigenti, i funzionari, i dipendenti dei Comuni inquinati. Lo scioglimento deve diventare il momento per mettere in campo una nuova classe dirigente in grado di cambiare lo status quo altrimenti avremo perso altro tempo e la nostra terra di tempo ne ha perso già troppo.

E c’è un interrogativo di fondo al quale dovremo tutti rispondere e riguarda la qualità e la formazione delle classi dirigenti. Nepotismo, signori delle tessere, detentori di pacchetti di preferenze. Riusciamo a lasciarci alle spalle questo vecchio modo di far politica? In tante realtà della nostra provincia fare politica senza padrini o padroni è diventato persino un esercizio rischioso.

Potrei fare nomi e cognomi di tanti e tante che ogni giorno subiscono minacce pubbliche o velate senza avere alcuna protezione dello Stato. Eppure non abbassano la testa, lottano in maniera disinteressata senza avere paura.

Diceva Paolo Borsellino: parlate di mafia, parlatene dovunque. Il Pd di Napoli l’ha messa al centro della sua iniziativa e ha deciso di confrontarsi con chi, della società civile, è impegnato sui territori. Un segnale importante.

Il mio intervento al link https://www.youtube.com/watch?v=AsqSDAOAlsk

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Sandro Ruotolo

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