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Guglielmo Epifani, un leader gentile e perbene, dalla parte degli ultimi

Perdonatemi se, ricordando Guglielmo Epifani, non scriverò parole di circostanza. Sono davvero addolorato per la sua scomparsa. Prima sindacalista della Cgil, socialista, poi segretario del Pd e poi parlamentare di Leu. Di sicuro per tutta la vita è stato dalla parte dei lavoratori.

È capitato di incontrarci di recente, anche in campagna elettorale per la mia elezione a senatore. Ma io voglio raccontarvi un episodio che ci fa capire la statura di questo leader della sinistra italiana.

Inizi anni 2000. Guglielmo Epifani era il segretario della Cgil. Il sottoscritto giornalista Rai. In quel periodo avevo deciso di non occuparmi più professionalmente della mia città, Napoli. Da poco era stata uccisa dalla camorra mia cugina, Silvia Ruotolo, e io ce l’avevo con gli indifferenti. Un giorno mi chiama al telefono un padre disperato, mio vecchio compagno degli anni ‘70 del Manifesto: “Corri Sandro, hanno ucciso mio figlio, sono Nicola”.

Nicola di Ercolano. Il figlio era morto in un incidente sul lavoro. Il cantiere edile illegale, il lavoro nero. Corro ad Ercolano ed intervisto, per il Tg3, il padre dell’operaio morto. Un pugno nello stomaco. Mi chiama la Cgil.

Vuole sapere se è il caso che il segretario generale Guglielmo Epifani possa andare a trovare la famiglia della vittima.

Accompagnai Epifani in quella casa, umile ma dignitosa. La camera ardente, la bara ancora aperta. Ricordo tutto di quell’incontro che ci racconta la statura di un leader della sinistra, gentile, perbene, dalla parte degli ultimi. Che la terra ti sia lieve, compagno Epifani!

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Sandro Ruotolo

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