Fortapasc è ancora da espugnare

Ciao Giancarlo, ti ho incontrato tante volte in questi giorni di campagna elettorale.
Nella città dove c’era la tua redazione, Castellammare di Stabia, e nella città dove lavoravi come corrispondente del Mattino, Torre Annunziata.
Già, sono passati 37 anni, da quel maledetto 23 settembre 1985, quando i killer ti aspettarono sotto casa tua al Vomero, a Napoli, e ti uccisero sulla tua Mehari.
Mandante il boss Nuvoletta di Marano che avevi accusato sul giornale di aver venduto alla polizia il boss di Torre Annunziata, Valentino Gionta, per porre fine alla guerra di camorra. Tante cose sono cambiate da allora ma Fortapasc non l’abbiamo ancora espugnata.
Scorro i tuoi articoli sul Mattino: giornalista giornalista. Ti occupavi dei muschilli, ti occupavi di camorra, degli intrecci tra camorra e politica.
E 37 anni dopo proprio i tuoi comuni, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, sono stati sciolti per mafia.
Caro Giancarlo, devi sapere che ci sono altri giornalisti che onorano questa professione.
Sono tanti, siamo tanti, ad essere protetti dallo Stato perché minacciati di morte dalle mafie.
La verità è che non abbiamo ancora sconfitto camorra e malaffare. Ma siamo tanti a impegnarci perché un giorno i nostri figli, i figli dei nostri figli possano vivere in un Paese normale.
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