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C’è voglia di impegnarsi e di fare rete: Insieme si vince

Lui è Biagio Chiariello, il comandante della polizia municipale di Arzano. Vive sotto scorta dopo le minacce della camorra. Per lui e per tutti noi è  nu juorno buono perché in pochi giorni la magistratura napoletana ha individuato e assicurato alla giustizia gli autori delle minacce. Esponenti del clan Monfregolo.

Quando denunci (in questo caso il comandante Chiariello) si vince sempre. Ma questa storia ci insegna anche altro, l’importanza dello stare insieme, di “alzare la voce” e interloquire con le istituzioni.

Voglio raccontarvi cos’è il comitato di liberazione dalla camorra. Un modello da esportare. Meno di un anno fa nell’area Est di Napoli, Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, esplodono una serie di bombe della camorra che incutono terrore, omicidi, stese, insomma si vive con la paura.

Per farla breve chiedo di incontrare tutte le associazioni del territorio, di mettere in piedi una sorta di vertenza sicurezza. Chiediamo al prefetto, ai vertici delle forze dell’ordine più uomini, video sorveglianza, scuole aperte, campetti di calcio. Nessuno è autosufficiente, nessuno ha l’esclusività nella lotta contro la camorra.

Il comitato prende corpo. A settembre stessa operazione a Torre Annunziata, il comune dove ogni cento abitanti c’è un condannato in via definitiva per camorra. Subito dopo nella chiesa di Caivano nasce il comitato dell’area Nord di Napoli. E alla prima riunione partecipano associazioni, padre Maurizio, i comandanti delle polizie municipali di Arzano e Pomigliano d’Arco, giornalisti sotto scorta, consiglieri comunali.

Questa battaglia si vince insieme, società civile e buona politica, istituzioni. Aderiscono anche i sindacati. Dove c’è camorra non c’è lavoro, non ci sono diritti.

Nell’area Nord chiediamo per prima cosa che la tenenza dei carabinieri di Caivano diventi compagnia. Significa più uomini in maniera stabile. Il Viminale si esprime favorevolmente.

Per chiedere alla gente di rompere con l’indifferenza, di non girarsi dall’altra parte, bisogna essere credibili e ottenere risultati. Per farvi capire: le più importanti piazze di spaccio si trovano nei rioni dell’edilizia popolare. Ad Arzano, per esempio, nella 167.

Le famiglie della camorra vi abitano occupando abusivamente gli alloggi. Noi chiediamo il censimento e di cacciare dalle case i camorristi che le occupano. Così ripristiniamo il diritto all’abitare e combattiamo le piazze di spaccio. Questa è la nostra strada.

Ovviamente le associazioni continuano ad operare autonomamente sui territori. Il comitato è una sorta di coordinamento per rispondere all’emergenza. Nei prossimi giorni nascerà un nuovo comitato in un altro quartiere di Napoli.

C’è voglia di impegnarsi e di fare rete. Insieme si vince.

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Sandro Ruotolo

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