Castellammare di Stabia, indagare sugli atti amministrativi del Comune

Una interrogazione urgente indirizzata al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per chiedere se non ritenga opportuno la nomina, da parte del prefetto, (ex articolo 143 del testo unico degli enti locali), di una commissione d’accesso agli atti del Comune di Castellammare di Stabia, al fine di accertare l’entità di eventuali condizionamenti malavitosi e ingerenze della criminalità organizzata.
È l’iniziativa parlamentare che ho intrapreso e sottoscritta dai senatori De Petris, Errani, Mirabelli e Valente alla luce di una serie di notizie di estrema gravità emerse in varie inchieste, ultima delle quali lo scorso 23 marzo 2021, che ha portato all’arresto di 16 esponenti dei D’Alessandro, clan, come denuncia il Procuratore antimafia De Raho, giunto alla terza generazione.
I clan operano non solo nelle tradizionali attività illecite legate al mercato della droga, del racket e dell’usura ma, come emerge dall’operazione ‘Domino bis’, si evidenzia un interesse della camorra nel sistema degli appalti pubblici e nell’inquinamento della politica, con il tentativo di condizionare l’esito in favore di imprese a loro legate.
In particolare il clan D’Alessandro avrebbe messo le mani sulla sanità stabiese entrando all’interno dell’ospedale San Leonardo dalla porta principale grazie alla capacità di controllare appalti pubblici attraverso proprie ditte. In particolare, nel periodo di pandemia, si segnalano due settori strategici: il trasporto degli ammalati con il servizio ambulanze e le pulizie.
Altro capitolo centrale riguarda la propensione e il tentativo del clan d’infiltrarsi nella politica a più livelli per condizionare l’amministrazione. lla luce delle ultime inchieste, senza dimenticare l’inchiesta ‘Olimpo’ riguardante un presunto business dei permessi per il progetto di recupero e riqualificazione dell’area ex Cirio di Castellamare di Stabia, penso che sia importante fare chiarezza e capire se l’intreccio politico-affaristico-camorristico sia stato tale da alterare e condizionare la vita dell’Amministrazione di Castellammare.
Diversi sono gli episodi accaduti nella campagna elettorale del 2018, che ha portato all’elezione del sindaco Gaetano Cimmino, sono state denunciate minacce da parte di un candidato, che, approdato al ballottaggio, sarebbe stato avvicinato da un personaggio che proponeva la disponibilità di un pacchetto di voti; altre volte ci fu l’interruzione di un paio di eventi elettorali in alcuni rioni popolari. Senza dimenticare quanto emerge da una intercettazione in cui si rassicura un candidato dicendo: ‘Saranno solo quelli della famiglia stretta, altrimenti vedono numeri troppo alti e si insospettiscono’.
Un quadro a dir poco allarmante che si aggrava in considerazione di un precedente Atto Ispettivo n. 4-03600 pubblicato il 4 giugno 2020, in cui avevo già evidenziato al ministro dell’Interno come dall’inchiesta ‘Olimpo’ riguardante un presunto business dei permessi per il progetto di recupero e riqualificazione dell’area ex Cirio di Castellammare di Stabia, era emerso un intreccio politico-affaristico, tale da alterare e condizionare la vita dell’Amministrazione comunale.
Questo è il motivo per cui ho chiesto al ministro se non ritenga opportuno la nomina, da parte del prefetto, di una commissione d’accesso agli atti dell’amministrazione di Castellammare di Stabia, al fine di accertare l’eventuale entità dei fenomeni di condizionamento malavitoso degli organi amministrativi ed elettivi, nonché garantire la piena trasparenza e la corretta azione amministrativa dell’ente locale.
Interrogazione ex Cirio link
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